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IL TEMPO DELLA TORTURA

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IL TEMPO DELLA TORTURA
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IL TEMPO DELLA TORTURA
About the artist
Franco Baldazzi
Franco Baldazzi
Franco Baldazzi was born in Florence in 1969. Today he lives in the province of Sondrio. After finishing school, he abandoned the practice of painting for some years. From a very young age, he accompanies in fact the passion for art a parallel workin...
Material
canvas
Size
116x73 cm
Price
2100 € incl. vat, excl. shipping & customs
Delivery within ca. 7 days
This striking painting manifests a surreal exploration of themes such as spirituality, existentialism, and societal challenges. The artwork features a vivid background of swirling blue and yellow waves that evoke a sense of movement and chaos, contrasted with a more solemn foreground depicted in muted tones. The scene is divided into several elements: an imposing figure on the left with a large eye, symbolizing awareness or observation, stands beside vibrant colors reminiscent of a flame, leading to a stark reality represented by a barren room with hospital beds and Christian crosses. In the center, a solitary character holds a box, embodying the human struggle, while another figure dressed in traditional attire appears to guide or protect a smaller character, suggesting hope within adversity. The composition is dynamic, balancing overwhelming energy with disquieting stillness, prompting viewers to reflect on the complexities of life, spirituality, and personal agency.
This painting can be effectively used in a variety of interior spaces seeking to inspire thought and conversation. Ideal placements include personal study areas, modern living rooms, or meditation spaces where viewers can engage with its deep narrative. It can also enhance the ambiance in art galleries or community centers that prioritize thought-provoking art. Incorporating appropriate lighting will further emphasize its vivid colors and intricate details, drawing attention and admiration from all who view it.
Nell'eseguire questo dipinto, volevo farlo in modo superficiale e spiritoso e all'apparenza cosi è risultato tuttavia sono stato coinvolto molto emotivamente a tal punto da essere io stesso la tela sulla quale, per Il tempo della tortura, in quello spazio ristretto ogni pennellata, ogni tocco di colore, gli oggetti presenti, i personaggi raffiguarati, ognuno con i loro ideali di pensiero, sono stati in me facendomi vivere dissonanti stati d'animo, situazioni estreme di pura follia della contorta mente umana, a tal punto da infastidirmi e voler distruggere la tela come per cancellare quel momento. Ho avuto la volontà di continuare, affrontare quella situazione, una vittoria, una "difficoltà" superata. Nella finzione degli spettacoli, film, commedie ci sono persone che interpretano altri personaggi, del passato, del presente e anche proiezioni futuristiche, in situazioni di vita al fine di farci conoscere o vivere, da seduti, emozioni, che forse evitiamo per volontà o scelta nella realtà presente. Per i motivi più vari, tempo, fiducia, paura, delusioni, inganno, conoscenza, denaro, età, giudizio, vergogna.... Allora? cosa stiamo recitando nell'attuale presente? sempre che lo sia, assomiglia ad una lunga commedia! in più atti, mah legata a cosa? per arrivare dove? alla salvezza, alla libertà, l'evoluzione della specie, al denaro, alla salute, al potere, al controllo, al territorio? Secondo me me questi aspetti implicano di infliggere crudeltà gli uni verso gli altri, i "forti sui deboli", "intelligenti su ignoranti", "ricchi sui poveri"....e insicurezze sugli esseri che vi abitano. Come se esistesse un solo essere supremo al comando di tutto e tutti. Perchè impiegare cosi tante risorse, energia, tempo, denaro per inporre tutto ciò? A volte mi chiedo se fosse mai possibile una narrazione dell'Amore in tutte le sue forme, almeno in quantità pari a quanto narriamo la parte opposta. Ho un vuoto ...come lo racconteremmo? Io lo definisco il tempo della tortura del XXI secolo, ideato, scritto e diretto da esseri civili, civili inteso come esseri viventi che esistono in un epoca temporale. Beh sembra il titolo di un film, che ne dite lo mettiamo in scena?... no! no! meglio di no altrimenti ricomincia tutto da capo! e son due anni. The end
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